giovedì 2 aprile 2009

Italy: Fascism's shadow

Italy: Fascism's shadow

Silvio Berlusconi's central objective as Italian prime minister has long appeared to be dazzlingly and shamelessly obvious. Ever since he strode into the political vacuum created in 1993 by the simultaneous government corruption scandal on the right and the collapse of Italian communism on the left, Mr Berlusconi has used his political career and power to protect himself and his media empire from the law. During the longest of his three periods as prime minister, Mr Berlusconi not only consolidated his already strong grip on the Italian media industry - he now owns around half of it - but passed legislation granting him immunity from prosecution. Then, when that law was ruled unconstitutional, the newly re-elected Mr Berlusconi brought it back in a new guise last year and has had it successfully signed into law.

Mr Berlusconi's success owes something to his own audacity and quite a lot to the deepening weakness of his opponents. The Italian left, in particular, has failed to mount an effective opposition. Yet Mr Berlusconi's latest action - the merger into his new People of Freedom bloc, completed yesterday, of his own Forza Italia party with the Allianza Nazionale which derives directly from Benito Mussolini's fascist tradition - may leave a more lasting mark on Italian public life than anything else the populist tycoon has done.

Unlike postwar Germany, postwar Italy never properly confronted its own fascist legacy. As a result, while neofascism has never seriously resurfaced in Germany, in Italy there were important continuities - inherited Mussolini-era laws and officials and the postwar rebirth of the renamed Fascist party among them - in spite of Italy's nominally anti-fascist public culture. Those continuities have just become stronger. It is a day of shame for Italy.

Nevertheless, the AN has come a long way in 60 years. Its leader, Gianfranco Fini, has discarded the old political garments and led his party towards the centre. He has worked for more than 15 years as Mr Berlusconi's ally. He talks about the need for dialogue with Islam, denounces antisemitism, and advocates a multi-ethnic Italy - positions which Mr Berlusconi, with his populist anti-gypsy and anti-immigrant campaigns and his fondness for soft-core racism, would struggle to match.

Despite its distant liberal origins, modern Italy is historically a rightwing country. Yet it is a very shocking thought that there will be one head of government among the 20 world leaders at the London economic summit this week who has now rebuilt his political base on foundations laid by fascists and who claims that the right is likely to remain in power for generations as a result.

mercoledì 14 gennaio 2009

Chi sono i colpevoli della crisi globale


Data di pubblicazione: 12.01.2009

Autore: Ruffolo, Giorgio

I disastri di una finanza che distribuisce ricchezza senza produrla saranno pagati dai più deboli. Da la Repubblica, 12 gennaio 2009 (m.p.g.)

Dice Giovanni Sartori: «Il 2009 sarà il primo anno – temo – di una tempesta economica perfetta. Una tempesta destinata a durare finché non torneremo a capire come nasce il denaro, cosa fa ricchezza». (Corriere della Sera, 31dicembre)... E io temo proprio che abbia ragione.
Poi imputa alla sinistra la responsabilità di avere travisato la questione anteponendo il problema della distribuzione della ricchezza al problema della creazione della ricchezza. Ora, se si tratta di questa crisi, a me sembra che, per una volta, la "sinistra" sia innocente.
Dio solo sa se la sinistra ha compiuto errori fatali. Al punto da restare ammaccata e a indurre a invocare i suoi critici di non sparare sull’ambulanza. È vero. In tempi nei quali disponeva di un rapporto di forza politico favorevole, ha forzato talvolta le rivendicazioni salariali (anche se bisogna qualificare: in certi casi, come nel nostro attuale, un aumento di salari si impone proprio per uscire dalla crisi).
Ma poiché si tratta della tempesta nella quale siamo immersi, mi sembra superfluo ricordare che essa è stata confezionata in America da un governo di destra, con l’osservanza di una politica che più disegualitaria non avrebbe potuto essere. La sinistra di tipo europeo, cui Sartori implicitamente si riferisce, in America neppure esiste e dunque deve essere assolta per non aver commesso il fatto.
Ma c’è di più. L’accusa che Sartori muove alla sinistra si adatta perfettamente alla destra "liberista". Qual è, infatti, lo "specifico filmico" della crisi se non proprio quello di avere per anni distribuito ricchezze inesistenti? Su tre piani distinti ma convergenti.

Sul piano mondiale l’America ha vissuto e vive tuttora di risorse ben superiori a quelle che produce, finanziandole con il risparmio della sobrietà asiatica e realizzando così la parabola del ricco debitore. Sul piano dell’economia nazionale l’altissima pressione dei consumi, che ha finora mantenuto la domanda a livelli elevati, si basa su un colossale indebitamento delle famiglie americane che, con buona pace di Max Weber, hanno cessato da tempo di risparmiare. Che cos’è quell’indebitamento da cui è originata la crisi americana se non ricchezza distribuita senza essere prodotta?
Infine, sul piano dell´impresa, della grande impresa, della Corporation, che cosa sono gli sconfinati guadagni dei manager americani, i loro stipendi di favola, le loro opzioni azionarie, le loro liquidazioni faraoniche, se non rendite di posizione: differenze tra valori di mercato che essi stessi sono in grado di influenzare e valori reali? Anche questa è ricchezza distribuita senza essere stata prodotta.
Sartori si batte da tempo valorosamente contro l’irresponsabile e criminosa proliferazione della popolazione che condanna alla fame alla sofferenza alla morte milioni e milioni di bambini innocenti. Non possono sfuggirgli i disastri di una finanza basata sulla proliferazione di un indebitamento irresponsabile.
La finanza ha molti meriti. Fornisce liquidità al risparmio e agli investimenti. Contribuisce, se gestita con prudenza, a coprire i rischi degli investimenti, Di più. Entro certi limiti, anche le sue "scommesse" possono promuovere decisioni di investimento che le realizzano. Entro certi limiti, che sono stati irresponsabilmente travolti generando quest´ultima crisi.

Sono stato talvolta accusato di "finanzobia". Se fosse per me, si è detto, non ci sarebbe neppure l’assegno. No, ho risposto e ripeto. L’assegno ci sarebbe. Non ci sarebbe l’assegno a vuoto.

Resta l’ineccepibile affermazione di Sartori sulla necessità di capire come nasce il denaro, cosa fa ricchezza. Soprattutto, e credo che sarà d’accordo con me, ricchezza reale, non immaginaria. E non a scapito degli incolpevoli. Si è detto che l’indebitamento sregolato va a carico dei nostri posteri. E Woody Allen ha commentato: che c’è di male? Dopo tutto che cosa hanno fatto i posteri per noi? Ma non è vero. Quando le bolle scoppiano, e inevitabilmente scoppiano nel nostro tempo, sono i contemporanei a pagare. Anzitutto, quelli che non si sono arricchiti di ricchezze non prodotte, quindi sottratte ad altri: i lavoratori disoccupati, i risparmiatori frodati, i contribuenti chiamati a risolvere problemi che altri hanno creato.