di Alex Zanotelli - 26 agosto 2008
Nel cuore di questa estate torrida e di questa terra calabra, lavorando con i
giovani nelle cooperative del vescovo Brigantini (Locride) e dell’Arca di Noè
(Cosenza), mi giunge, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il governo
Berlusconi sancisce la privatizzazione dell’acqua.
Infatti il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del
decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1 afferma che
la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia
capitalistica. Tutto questo con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del
Pd, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta. (Una
decisione che mi indigna, ma non mi sorprende, vista la risposta dell’on.
Veltroni alla lettera sull’acqua che gli avevo inviata durante le elezioni!)
Così il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’
Italia è oggi tra i paesi per i quali l’acqua è una merce.
Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti
amici, con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale
dell’acqua, queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male.
Questo è un tradimento da parte di tutti i partiti! Ancora più grave è il
fatto, sottolineato dagli amici Rosario Lembo e Riccardo Petrella, che il
“Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle collettività
territoriali. I Comuni, in particolare , non sono più dei soggetti pubblici
territoriali responsabili dei beni comuni, ma diventano dei soggetti
proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, per cui il
loro primo dovere è di garantire che i dividendi dell’impresa siano i più
elevati nell’interesse delle finanze comunali“.
Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra costituzione!
Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche
notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene
quando l’acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina, (Veolia, la più grande
multinazionale dell’acqua ha il 46,5per cento di azioni) che gestisce l’acqua
di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300per cento! Oltre
quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad
Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza
quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora nel cuore dell’estate,
Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per
staccare i contatori o ridurre il flusso dell’acqua. Tutto questo con l’avallo
del Comune e della provincia di Latina! L’obiettivo? Costringere chi contesta
ad andare allo sportello di Acqualatina per pagare.
E’ una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente
abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli!
L’ estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione
Campania.
L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Cardillo lancia una proposta che
diventerà operativa nel gennaio 2009. L’Arin, la municipalizzata dell’acqua del
Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che includerà Napoligas e una
compagnia per le energie rinnovabili. Per far digerire la pillola, Cardillo
promette una “Robintax” per i poveri (tariffe più basse per le classi deboli).
Con la privatizzazione dell’acqua si creano necessariamente cittadini di seria
A (i ricchi) e di serie B (i poveri), come sostiene l’economista M. Florio dell’
università degli studi di Milano.
Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006
aveva costretto 136 comuni di ATO
l’acqua come bene comune. Invece dell’acqua pubblica, l’assessore Cardillo sta
forse preparando un bel bocconcino per A2A (la multiservizi di Brescia e
Milano) o per Veolia, qualora prendessero in mano la gestione dei rifiuti
campani? Sarebbe il grande trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari.
A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia (un
Comune di centomila abitanti della provincia di Napoli), 67 mila persone hanno
ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori, (una SPA di cui il 46 per
cento delle azioni è di proprietà dell’Acea di Roma). Questo in barba alle
decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini che da anni si battono contro
Sorrento).
“Non pagate le bollette dell’acqua!”, è l’invito del Comitato locale alle
famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga e difficile, come
quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito da queste notizie
che mi giungono un po’ dappertutto.
Mi chiedo amareggiato: Ma dov’è finita quella grossa spinta contro la
privatizzazione dell’acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila firme di
appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull’acqua? Ma cosa succede in
questo nostro paese? Perché siamo così immobili? Perché ci è così difficile
fare causa comune con tutte le lotte locali, rinchiudendoci nei nostri
territori? Perché il Forum dell’acqua non lancia una campagna su internet, per
inviare migliaia di sollecitazioni alla Commissione Ambiente della Camera dove
dorme
Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di tutti i partiti per
far passare in Parlamento una legge-quadro sull’acqua?
Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e
cioè che l’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestita dalle
comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l’
utente, senza essere SPA.
“L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene
per trarne “illecito” profitto–ha scritto l’arcivescovo emerito di Messina G.
Marra. Pertanto si chiede che venga gestita esclusivamente dai Comuni
organizzati in società pubblica, che hanno da sempre il dovere di garantirne la
distribuzione per tutti al costo più basso possibile”.
Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana?
Quand’è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o morte per
le nostre classi deboli ma soprattutto per gli impoveriti del mondo? (Avremo
milioni di morti per sete!)
E’ quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa
Benedetto XVI: ”Riguardo al diritto all’acqua, si deve sottolineare anche che
si tratta di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana. Da
questa prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro
che considerano e trattano l’acqua unicamente come bene economico.”
Quand’è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il nostro
paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in difesa
dell’acqua?
L’acqua è vita. “L’acqua è sacra, non solo perché è prezioso dono del Creatore–
ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro – ma perché è sacra ogni
persona, ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che dall’
acqua trae esistenza, energia e vita.”
Sull’acqua ci giochiamo tutto!
Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell’acqua a livello locale,
dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a
proclamare che l’acqua non è una merce, ma un diritto di tutti.
Diamoci da fare perché vinca la vita!
1 commento :
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Thời khắc cuối cùng của sinh mạng, các ngươi lại đến quấy rầy chúng ta gặp nhau! Đáng chết!
Phịch một tiếng, một kiếm đâm vào lồng ngực Sở Dương. Trong lòng Sở Dương đau xót, hắn cúi đầu thấy, miếng ngọc bội treo trên cổ hắn choang một tiếng vỡ nát ngay trước mắt hắn. Giữa ngọc bội, một chữ "Vũ" vỡ vụn thành từng mảnh......
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