Non si tratta di un'esagerazione con fini polemici, ma piuttosto una verità documentata dalle cifre, per lo meno nei paesi industrializzati.
L'O.M.S. stima in 1200000 (un milione duecentomila) morti l'anno il bilancio dei morti per incidenti stradali ogni anno nel mondo. Nell'ultimo secolo il totale dei morti da auto/moto dovrebbe essere dell'ordine dei 50 milioni di morti. Un bilancio da guerra mondiale. Però la guerra mondiale è considerata da [quasi] tutti come una terribile sciagura, l'automobile da [quasi] tutti come un grande segno di progresso.
Se andiamo nei dettagli scopriamo che nei soli USA ogni anno muoiono uccise dalle automobili cinquantamila persone, l'equivalente del numero di caduti americani in otto anni di guerra nel Vietnam. Nella guerra in Iraq gli americani hanno perduto circa 150 uomini nella prima fase (un mese e mezzo); nello stesso periodo sul territorio USA circa 12000 persone sono state uccise da auto e moto; dal 1 maggio 2003 si continua giorno per giorno il conteggio dei morti del dopoguerra, circa uno-due al giorno mentre negli USA muoiono uccisi da auto e moto un centinaio di persone al giorno, nella più assoluta indifferenza; e bastano quattro anni per uguagliare il numero di morti della II guerra mondiale (duecentomila). Nella storia americana il numero di morti da automobile è già oggi di gran lunga superiore a quello totale dei caduti di tutte le guerre combattute dagli USA dal 1776 a oggi.
In Europa lo squilibrio tra guerra e automobile è ancora lontano da questi livelli, un po' perchè in Europa ci sono state più guerre e più sanguinose che negli USA, un po' perché la motorizzazione di massa è arrivata un po' più in ritardo. Ma se si limita il conto agli ultimi cinquant'anni il risultato è lo stesso che per gli USA.
In Italia auto e motoveicoli uccidono circa 9000 persone all'anno (i morti sul colpo sono circa 3500 l'anno, quelli sul colpo o nella settimana successiva al sinistro sono circa 7000, quelli anche dopo la settimana appunto circa 9000). Come a dire che in cinquant'anni di dopoguerra dovremmo ormai essere vicini al mezzo milione di morti. (nella II guerra mondiale i morti furono circa 200000, nella Grande Guerra circa 600000).
Di fronte a questa carneficina l'atteggiamento dominante è quello dello struzzo; si fa finta di niente, si dimentica la cosa, salvo poi riscoprirla quasi si trattasse di una novità, quando si leggono i totali dei morti sulle strade nel week-end.
È paradossale che i mass-media scatenino periodiche e isteriche campagne contro la criminalità, i pedofili, le scarcerazioni facili ecc.ecc.,quando il numero di morti è quasi irrisorio se paragonato a quello causato da automobili e motori. E nessun mass-media si azzarda mai, non dico a fare una campagna, ma anche solo a profferire un solo monosillabo contro auto e moto. Siamo di fronte a una delle più incredibili situazioni di paranoia collettiva (e di mistificazione) nella storia dell'uomo.
Peggiore di tutti è l'atteggiamento di chi usa questa carneficina come pretesto per aumentare la dose; così capita che i fautori dell'asfalto ad oltranza promettano che costruendo nuove autostrade, tangenziali, passanti ... si ridurrà il numero di incidenti. Questo tipo di discorsi li ho letti a proposito del famigerato passante (o tunnel) autostradale che si vuol costruire a Mestre. Insomma per combattere un flagello causato dalle automobili si propone di incoraggiare e premiare ancora di più l'uso delle automobili!
Che si tratti di una menzogna spudorata lo dimostrano due semplici considerazioni:
- il numero di morti sulle strade non è in proporzione minore negli USA, dove ci sono molte più strade e autostrade per abitante che in Italia e in Europa, se non altro a causa delle molto minore densità di popolazione. Anzi negli USA la proporzione dei morti è leggermente superiore che in Italia.
- aumentare e allargare le strade incoraggia la velocità e la spericolatezza con le conseguenze facilmente prevedibili.
Dalle statistiche risulta che viaggiare in automobile è circa dieci volte più pericoloso che viaggiare in aereo e cento volte più che viaggiare in treno. Perchè questa sproporzione?
La risposta mi sembra abbastanza semplice: treni (ed aerei) sono guidati da professionisti, corrono su binario riservato con sistemi di controllo abbastanza sofisticati e collaudati, anche se ovviamente non infallibili; al limite un treno (e anche un aereo) potrebbe essere guidato automaticamente come un ascensore, e forse un giorno lo sarà. Viceversa le automobili sono guidate per lo più da dilettanti che spesso si lasciano prendere dalla smania della velocità e dall'esibizionismo, non corrono su un binario ed è quindi facile perderne il controllo, sono insomma simili a proiettili sparati ad alta velocità sulle strade.
La verità insomma è che la pericolosità è intrinseca nella natura stessa dell'automobile privata ...
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