Lo stato di negligenza e rassegnazione, locale e globale, che vive questo paese trova espressione solo nelle parole di Edoardo Galeano: l’America Latina un continente dalle vene aperte. Una emorragia costante che non si tenta neppure di tamponare, che ruba forze, energia, vita a questo continente. Perché c’è un’unica soluzione che i paesi dell’America Latina riescono ad adottare: in nome della mancanza di risorse, si svendono le risorse. Esmeraldas, chiamata provincia verde dell’Ecuador, ha dato il via libera alla nipponica EucoPacifico per la piantagione di 2000 ettari di eucalipto, albero totalmente estraneo al medioambiente locale, destinato a prosciugare il terreno in pochissimi anni. 70.000 barili di petrolio ogni anno vengono succhiati, raffinati e poi pompati dalla Petroecuador di Esmeraldas. L’oro nero sfiora la vita degli esmeraldeñi ma senza modificarla: solo il 30% di chi lavora nella raffineria é della cittá e ricopre le manzioni piú basse. Quello che sí rimane é l’inquinamento delle acque e dell’aria che la raffineria provoca. Ad Esmeraldas si produce cacao e si importa cioccolato, si produce zucchero e si importano caramelle, si produce caffé si importano polverine solubili
In questa provincia, come una goccia d’acqua (come diceva madre Teresa: siamo solo una goccia nell’oceano ma se non ci fossimo all’oceano mancherebba questa goccia) è nato un progetto: un dispensario medico nella comunità di Las Penas (provincia di Esmeraldas), una comunità afro la cui economìa di sussistenza è basata sulla pesca di gamberetti. Un dispensario medico di pronto intervento, considerando le distanze dalle strutture ospedaliere.
Luigi Rigamonti
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