sabato 28 luglio 2007

Pezzi di portogallo


Il fado è, per eccellenza, la canzone di Lisbona. Prodotto di un sentimento intimo, di un'anima che non si può spiegare ma si può sentire, il fado è ancora oggi la caratteristica più nobile e genuina della cultura popolare portoghese;
Normalmente chi canta il fado è vestito con un abito scuro. Canta i propri amori, la sua città, le miserie della vita. Critica la società e i politici. L'etimologia della parola fado, viene dal latino "fatum", che significa destino. Il destino di un popolo che non si può cambiare.
Si dice che il fado sia la canzone portoghese per eccelenza, proprio perché rispecchia, in un certo modo, le credenze del popolo nel destino. Destino inteso come qualcosa che ci domina e da cui non possiamo fuggire: il dominio dell'anima, il primato del cuore sulla ragione, cose che ci portano alla disperazione.
"Non sono io che canto il fado, è il fado che canta in me". Così Amalia Rodrigues aveva spiegato al mondo il suo amore per quel genere triste e appassionato, in cui note arabe, africane e lusitane si mescolano dando vita a una melodia che incarna lo spirito di una nazione.

Se la saudade che pervadeva l'animo dei navigatori non è spiegabile a parole, sicuramente è fruibile in musica, grazie al fado, di cui Amália Rodrigues resta la più grande interprete, la cui popolarità ha valicato tutte le frontiere innalzando il fado a raffinata arte canora. La leggenda narra che per prima a cantarlo fu Maria Severa, prostitu ta dell'Alfama che agli inizi dell'800 diede sfogo così al suo struggente amore per il Conte di Vimioso, e nello stesso quartiere era nata anche Amália Rodrigues nel 1920: l'Alfama non è cambiato granché, da allora, e con i suoi saliscendi di vicoli stretti e tortuosi resta una delle attrazioni turistiche di Lisbona, dove ogni notte innumerevoli cantanti di fado si alternano negli angusti locali in penombra, in cui si va a cenare, certo, ma guai a chi rumoreggia durante una canzone, fosse anche solo con la forchetta nel piatto...

A saudade, a dor mais pura,
tão pura fica ao chorar,
que o seu pranto transfigura
a morte, que é noite escura,
numa noite de luar.
La saudade, il dolore più puro,
è così puro quando piange,
che il suo pianto trasfigura
la morte che è notte scura
in una notte di luna.

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