domenica 13 luglio 2008

Se volessero veramente fare funzionare la giustizia, funzionerebbe

Dopo l’approvazione (sia pure al momento solo alla Camera) della legge che assicura l’impunità al Presidente del Consiglio, il Governo cambia la legge “blocca-processi”.

Le modifiche apportate costituiscono l’ennesima confessione che il Governo e chi – giornalisti, deputati, opinion makers – gli faceva da spalla mentiva quando sosteneva che la “blocca-processi” serviva a qualcos’altro che non fosse bloccare il processo di Silvio Berlusconi.

Si bloccavano centomila processi solo per fermarne uno.

Ora che quello è stato fermato in altro modo, la “blocca-processi” viene resa più logica.

Dunque, la pena edittale dei processi da bloccare non è più quella (assurda) di dieci anni, che serviva al Presidente del Consiglio, ma quella che consente di “fare dopo” i processi per reati già coperti dall’indulto.

Abbiamo già esposto le ragioni per le quali è evidente che il Governo ha mentito agli italiani, nel post “Dunque, il Governo ha mentito … e di brutto”.

Pubblichiamo qui di seguito un comunicato del “Movimento per la Giustizia – Articolo 3”, che è una corrente dell’Associazione Nazionale Magistrati.

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MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA – ARTICOLO 3


Le modifiche annunciate ieri all’emendamento che tutti denominano “blocca processi” dimostrano che le critiche della magistratura associata e del CSM, oggetto di accuse di arbitrio ed invasione di campo, erano fondate.

Di più: dimostrano che la magistratura associata è costretta ad esercitare il proprio diritto di critica e proposta proprio per salvaguardare l’interesse dei cittadini ad una giustizia che abbia ancora qualche speranza di funzionare.

Infatti gli interessi dei cittadini e quelli dei magistrati convergono in questo: che la giustizia possa funzionare con efficacia e secondo regole serie e ragionevoli.

Per i cittadini serve a garantire una corretta convivenza sociale, per i magistrati serve a conservare l’indipendenza voluta dalla Costituzione.

Devono però essere molto chiare due cose:

- la straordinaria efficienza che il Parlamento sta mostrando, nell’approvare in pochi giorni ed ore norme in materia di giustizia che interessano, dimostra che se vi fosse la reale volontà di intervenire per rendere efficace la giurisdizione questo potrebbe essere fatto in tempi brevi; se non lo si fa, è ipocrita indicare ai cittadini la magistratura come responsabile dell’insopportabile mal funzionamento della giurisdizione.

- noi magistrati vogliamo che ci sia la possibilità di fare, in tempi ragionevoli e bene, TUTTI i processi, ricorrere a sospensioni e rinvii è comunque strada perdente e sbagliata; per questo continuiamo a chiedere, inascoltati, semplificazione e razionalizzazione dei riti processuali, modifica della geografia degli uffici giudiziari, attribuzione di risorse indispensabili;

Rimane, sempre, il dubbio se davvero la politica dei partiti ha interesse al funzionamento efficace della giurisdizione.

Confidiamo che i fatti possano dimostrare l’infondatezza del dubbio.

Venezia-Roma, 12.7.08

Carlo Citterio
Segretario Generale del Movimento per la Giustizia

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