mercoledì 3 settembre 2008

DIAMOCI DA FARE PERCHE' VINCA LA VITA

di Alex Zanotelli - 26 agosto 2008

Nel cuore di questa estate torrida e di questa terra calabra, lavorando con i

giovani nelle cooperative del vescovo Brigantini (Locride) e dell’Arca di Noè

(Cosenza), mi giunge, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il governo

Berlusconi sancisce la privatizzazione dell’acqua.

Infatti il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del

decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1 afferma che

la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia

capitalistica. Tutto questo con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del

Pd, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta. (Una

decisione che mi indigna, ma non mi sorprende, vista la risposta dell’on.

Veltroni alla lettera sull’acqua che gli avevo inviata durante le elezioni!)

Così il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’

Italia è oggi tra i paesi per i quali l’acqua è una merce.

Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti

amici, con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale

dell’acqua, queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male.

Questo è un tradimento da parte di tutti i partiti! Ancora più grave è il

fatto, sottolineato dagli amici Rosario Lembo e Riccardo Petrella, che il

“Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle collettività

territoriali. I Comuni, in particolare , non sono più dei soggetti pubblici

territoriali responsabili dei beni comuni, ma diventano dei soggetti

proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, per cui il

loro primo dovere è di garantire che i dividendi dell’impresa siano i più

elevati nell’interesse delle finanze comunali“.

Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra costituzione!

Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche

notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene

quando l’acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina, (Veolia, la più grande

multinazionale dell’acqua ha il 46,5per cento di azioni) che gestisce l’acqua

di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300per cento! Oltre

quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad

Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza

quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora nel cuore dell’estate,

Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per

staccare i contatori o ridurre il flusso dell’acqua. Tutto questo con l’avallo

del Comune e della provincia di Latina! L’obiettivo? Costringere chi contesta

ad andare allo sportello di Acqualatina per pagare.

E’ una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente

abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli!

L’ estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione

Campania.

L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Cardillo lancia una proposta che

diventerà operativa nel gennaio 2009. L’Arin, la municipalizzata dell’acqua del

Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che includerà Napoligas e una

compagnia per le energie rinnovabili. Per far digerire la pillola, Cardillo

promette una “Robintax” per i poveri (tariffe più basse per le classi deboli).

Con la privatizzazione dell’acqua si creano necessariamente cittadini di seria

A (i ricchi) e di serie B (i poveri), come sostiene l’economista M. Florio dell’

università degli studi di Milano.

Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006

aveva costretto 136 comuni di ATO 2 a ritornare sui propri passi e a proclamare

l’acqua come bene comune. Invece dell’acqua pubblica, l’assessore Cardillo sta

forse preparando un bel bocconcino per A2A (la multiservizi di Brescia e

Milano) o per Veolia, qualora prendessero in mano la gestione dei rifiuti

campani? Sarebbe il grande trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari.

A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia (un

Comune di centomila abitanti della provincia di Napoli), 67 mila persone hanno

ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori, (una SPA di cui il 46 per

cento delle azioni è di proprietà dell’Acea di Roma). Questo in barba alle

decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini che da anni si battono contro

la Gori, che ormai ha messo le mani sui 76 Comuni Vesuviani (da Nola a

Sorrento).

“Non pagate le bollette dell’acqua!”, è l’invito del Comitato locale alle

famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga e difficile, come

quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito da queste notizie

che mi giungono un po’ dappertutto.

Mi chiedo amareggiato: Ma dov’è finita quella grossa spinta contro la

privatizzazione dell’acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila firme di

appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull’acqua? Ma cosa succede in

questo nostro paese? Perché siamo così immobili? Perché ci è così difficile

fare causa comune con tutte le lotte locali, rinchiudendoci nei nostri

territori? Perché il Forum dell’acqua non lancia una campagna su internet, per

inviare migliaia di sollecitazioni alla Commissione Ambiente della Camera dove

dorme la Legge di iniziativa popolare sull’acqua ?

Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di tutti i partiti per

far passare in Parlamento una legge-quadro sull’acqua?

Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e

cioè che l’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestita dalle

comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l’

utente, senza essere SPA.

“L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene

per trarne “illecito” profitto–ha scritto l’arcivescovo emerito di Messina G.

Marra. Pertanto si chiede che venga gestita esclusivamente dai Comuni

organizzati in società pubblica, che hanno da sempre il dovere di garantirne la

distribuzione per tutti al costo più basso possibile”.

Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana?

Quand’è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o morte per

le nostre classi deboli ma soprattutto per gli impoveriti del mondo? (Avremo

milioni di morti per sete!)

E’ quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa

Benedetto XVI: ”Riguardo al diritto all’acqua, si deve sottolineare anche che

si tratta di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana. Da

questa prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro

che considerano e trattano l’acqua unicamente come bene economico.”

Quand’è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il nostro

paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in difesa

dell’acqua?

L’acqua è vita. “L’acqua è sacra, non solo perché è prezioso dono del Creatore–

ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro – ma perché è sacra ogni

persona, ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che dall’

acqua trae esistenza, energia e vita.”

Sull’acqua ci giochiamo tutto!

Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell’acqua a livello locale,

dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a

proclamare che l’acqua non è una merce, ma un diritto di tutti.

Diamoci da fare perché vinca la vita!

1 commento :

Unknown ha detto...

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- Kim sinh vi quân vũ. . . Sinh sinh vi quân vũ. . . Thiên chiết tâm bất biến. . . Vạn tử do bất khổ. . . Bất khổ. . .

Soạt một tiếng, tiếng kim nhận chém gió tới. Tinh thần Sở Dương hốt hoảng tiện tay giơ kiếm đón. Tâm tư của hắn còn đang lắng nghe giọng nói của Mạc Khinh Vũ trong u tối...... Kiếp này đã hết, Khinh Vũ, trước khi chết hãy để ta nghe nhiều hơn giọng nói, âm thanh của nàng đi......

Không khổ.... Khinh Vũ, nàng khổ nhưng lại không cảm thấy khổ........ Bây giờ.... ta rất đau khổ! Rất hối hận!

Đao kiếm chém tới càng lúc càng nhiều, máu tươi bắn ra, đau đớn lan khắp toàn thân, rốt cục đã cắt ngang màn ca múa trong đầu hắn!

Sở Dương thét dài cuồng nộ! Đột nhiên hắn đứng dậy, mái tóc dài màu đen tung bay! Dây buộc tóc vỡ nát! Sự cuồng nộ bên tỏng hắn đã lên tới đinh!

Thời khắc cuối cùng của sinh mạng, các ngươi lại đến quấy rầy chúng ta gặp nhau! Đáng chết!

Phịch một tiếng, một kiếm đâm vào lồng ngực Sở Dương. Trong lòng Sở Dương đau xót, hắn cúi đầu thấy, miếng ngọc bội treo trên cổ hắn choang một tiếng vỡ nát ngay trước mắt hắn. Giữa ngọc bội, một chữ "Vũ" vỡ vụn thành từng mảnh......